Bere caffè senza zucchero: ecco cosa accade

Il caffè è la classica bevanda italiana amata da tutti e adatta a qualsiasi occasione. Che sia che sia espresso al bar o fatto in casa con la moka, lungo o ristretto, esso infatti se viene bevuto nelle quantità consigliate diventa un vero alleato della nostra bellezza e della salute del nostro corpo. Ma quando parliamo di caffè senza zucchero, la situazione è la stessa?

Qualcuno ritiene che il caffè amaro contribuisca a dimagrire e a far passare i fastidiosi mal di testa, qualcuno lo ama così ma invece c’è chi non può fare a meno di dolcificarlo: qual è la verità? Il caffè senza zucchero può nuocere alla nostra salute? Beh, assolutamente no, anzi, se si è adulti e in ottimo stato di salute psico-fisica, questa bevanda riesce ad apportare tantissimi benefici al nostro corpo e forse addirittura più del classico espresso zuccherato.

Una tazzina di caffè espresso amaro contiene soltanto 3 calorie quindi già questo dato potrebbe bastare essere sufficiente per capire che un buon caffè non fa ingrassare. Ma c’è ancora di più: questa bevanda è frutto dei chicchi di tipo Arabica e Robusta e risulta essere utile anche per contrastare il ristagno dei liquidi ed accelerare il metabolismo bruciando i grassi.

Caffè amaro per il mal di testa?

Il caffè è ritenuto un vasocostrittore che ha la capacità di restringere i vasi ed aumentare la pressione arteriosa. Questo, in caso di una condizione di cefalea leggera esso risulta un vero toccasana. E’ chiaro che è vivamente consigliato non esagerare con le quantità perché, altrimenti, se se ne assume una quantità enorme, si otterrebbe completamente l’effetto contrario.

Fate bene attenzione, però. Chi ama i cibi amari ha più possibilità di sviluppare una personalità disturbata e questo vale anche se si parla di caffè. Secondo uno studio condotto da un’importante università austriaca, ci sarebbe infatti un collegamento tra la preferenza per il caffè amaro e dei segnali di nevrosi, quindi ci sarebbe una sorta di “lato oscuro della personalità” più accentuato in chi consuma la bevanda senza dolcificanti.

Luca Macaluso: