Le linee guida per una sana alimentazione ci suggeriscono che una porzione da 50 g di pesce conservato, riferendosi quindi ad una scatoletta piccola di tonno sott’olio sgocciolato, andrebbe consumata circa una volta a settimana per tutte quelle diete da 2000 kcal; invece, per quelle da 1500 kcal il consumo è pari a zero volte a settimana.
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Queste limitazioni ci sono per colpa del sale: una scatoletta piccola, contiene infatti circa 0,4 g di sale, corrispondente al 10% della dose di sale che è possibile introdurre giornalmente. A questo punto sfatiamo però subito il mito delle lattine che rilasciano dei metalli davvero pericolosi per la salute negli alimenti. La contaminazione degli alimenti con delle sostanze tossiche e nocive è completamente sotto il controllo dell’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare).
Esistono sicuramente dei limiti da rispettare per legge che sono stati sviluppati con delle tecnologie che impediscono il passaggio delle sostanze contenute nella lattina all’alimento. Parlando invece di controindicazioni diciamo che in un soggetto sano, il tonno che sia fresco o in scatola, è ritenuto fondamentale per un’alimentazione equilibrata, purché esso sia di buona qualità. Gli Omega 3 presenti in esso riescono ad innalzare i livelli di colesterolo HDL, aiutando a migliorare la circolazione e a prevenire ictus e infarti vari.
Ma attenzione perché chi ha problemi di colesterolo alto è sempre bene che segua un regime dietetico ipolipidico: ciò vuol dire che è sempre meglio evitare il consumo di tutti quegli alimenti conservati sott’olio, incluso proprio il tonno. Pertanto, per questi soggetti si consiglia il consumo di tonno fresco o anche inscatolato ma purché sia al naturale.
Altra cosa da dire è che è assolutamente sconsigliato il suo consumo a tutte quelle persone che assumono gli antitubercolari in quanto, contenendo istamina, potrebbe causare degli eventi cardiovascolari e degli episodi ipertensivi.