Questa moneta con errore di conio vale un patrimonio: FOTO

Etimologicamente l’errore di conio corrisponde ad una forma di “difetto” legato alla produzione delle monete, che in tutte le nazioni è ovviamente organizzata dallo stato ad opera delle Zecche, nel caso del nostro paese è il Poligrafico e Zecca di stato che fin dai primi anni dell’Unità d’Italia costituisce  la l’unica entità in grado di sviluppare monete e banconote, ma anche la più efficiente delle produzioni inevitabilmente sviluppa errori di conio.

Questa moneta con errore di conio vale un patrimonio: FOTO

Si tratta di un termine generico che definisce una qualsiasi forma di emissione che presenta una differenza estetica più o meno rilevante rispetto al modello standard di moneta. Sia le lire che gli euro nel corso del tempo sono stati “vittima” di errori di conio, in alcuni casi molto “lievi” e quindi difficili da notare. In linea di massima la maggior parte degli errori di conio non contribuisce ad una reale valutazione maggiore in ambito collezionistico di una moneta, ma sono molti i fattori che possono incidere concretamente con questo ragionamento.

Un esempio pratico è dato da molte monete recenti dell’euro, che possono effettivamente riscontrare diversi esemplari con alcune differenze ma che quasi sempre non valgono di più. Discorso diverso le molte emissioni delle lire italiane, come la 100 lire, una delle tipologie di formato maggiormente comuni in tutto il 20° secolo.

In particolare nel 1972 la Zecca di stato ha coniato per errore un ridotto numero di monete che presentano una barretta in diagonale, come uno “/” a pochi millimetri di distanza dall’anno di emissione, posto alla base di Minerva.

E’ classificata come “Rara 2” ossia una buona richiesta da parte del mercato, che “premia” chiunque sia in possesso di un’emissione del genere. Se in buono stato una 100 lire con la “barretta” vale almeno 100 euro, ma maggiore è la qualità, più alto è il guadagno, fino a 650 euro per un esemplare in Fior di conio.

Luca Lisuzzo: