Hai ancora questo vecchio gettone telefonico? Ecco il valore odierno

Se anche voi siete dei collezionisti, di certo saprete che questo mondo è ricco di settori da spulciare per bene e fino in fondo. La filatelia, ad esempio, riguarda la collezione dei francobolli e tutti gli oggetti simili e derivati, mentre un altro grande campo è quello della numismatica, scienza dello studio delle monete; tutte quelle mai esistite e conosciute. Tra queste, inoltre, c’è un piccolo spazio anche per il gettone telefonico, un oggetto che per molti anni albergava nelle nostre tasche tintinnando insieme alle monetine. In particolare, anche la collezione dei gettoni telefonici è ricca di esemplari da analizzare, in quanto oltre ad esserci stati diversi marchi produttori, si tratta comunque di un invenzione che si appresta a compiere i cento anni di età; e se conoscete bene il collezionismo, saprete che più è antico un oggetto, maggiore è il valore che questo sviluppa nel tempo.

Il gettone telefonico: storia e valore odierni

Iniziamo dal dire che la prima comparsa del gettone avvenne alla fiera campionaria di Milano nel lontano 1927. Si trattò senza dubbio di una grande novità accolta nel migliore dei modi, tuttavia fino al 1945 il gettone si poté usare solo ed esclusivamente nei telefoni pubblici presenti all’interno della fiera. Da quell’anno poi, la TETI iniziò una produzione propria di un gettone a tre scanalature, compatibile con ogni telefono pubblico nazionale. La prima azienda produttrice, invece, fu la STIPEL, sigla di “Società telefonica interregionale piemontese e Lombarda”, parole che comparivano anche sul retro dello stesso gettone.

Sul davanti invece, in alto si trovava il nome della fabbrica, al centro l’incisione della cornetta di un telefono antico ed in basso la data. Nel caso del primo marchio questa era scritta regolarmente con l’anno in 4 cifre, mentre a seguire fu sviluppato un metodo diverso ed iconico del gettone: la combinazione numerica che prevedeva l’annata per i primi due numeri ed il mese per gli ultimi due. Grazie a questo stratagemma, dunque, non solo era possibile riconoscere facilmente anche il mese di produzione di un gettone, ma si diede inizio alle collezioni grazie alla possibilità di poter distinguere gli esemplari per diversi fattori: mese, annata, marchio e aspetto; il gettone 7901, ad esempio risaliva al Gennaio del ’79, mentre quello 6608 all’Agosto del ’66. Pensate infatti che ancora oggi a distanza di tanti anni in cui il gettone non rientra più tra gli oggetti che usiamo quotidianamente, il web è ancora ampiamente costellato da annunci in cui si vendono esemplari riconoscibili tramite la combinazione della data. Il primo in assoluto, ad esempio, quello STIPEL del 1927 ha una quotazione di circa 85€ al pezzo.

 

 

Luca Macaluso: