Da quando non si pagherà più il Canone Rai? Ecco la risposta

Sin dagli albori della diffusione in Italia degli apparecchi televisivi, abbiamo iniziato a pagare una tassa molto nota: il canone Rai. Seppur ormai dovrebbe essere un costo assodato, è impossibile negare che ci troviamo di fronte ad un’imposta che fa storcere il naso alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani, poiché essa si basa sul solo possesso di almeno un televisore. Oltretutto, alimentato dal fatto che fino al 2016 il suo prezzo era in continuo aumento, il famigerato canone Rai si è beccato l’etichetta di tassa maggiormente odiata dal popolo italiano, cosa che inevitabilmente, ha portato ad un tasso di evasione parecchio notevole.

Le ultime novità sul canone

Il canone Rai è una tassa nata nel 1954 ed il suo prezzo iniziale ammontava a circa 15 mila Lire annui, cifra che nel tempo aumentò continuamente. Successivamente, nel 1977, avvenne la separazione dei contribuenti, tra chi possedeva una tv in bianco e nero e chi ne aveva una a colori, ovviamente con cifre differenti. Proprio da quell’anno, infatti, i possessori di una tv a colori furono costretti a pagare il doppio rispetto ai possessori di una tv ancora obsoleta, il cui costo restò invariato. Nel corso degli anni, però, il prezzo andò via via pareggiandosi in quanto non vi erano più tv in bianco e nero in circolazione; fu proprio nel 1992, infatti, che il prezzo unico fu imposto a 148 mila Lire.

Con l’entrata in vigore dell’Euro, nel 2002, il prezzo era pari a 93,80 Euro annui, con una lievitazione fino a 113,50 per tutto il 2015. Fortunatamente, dal 2016 in poi, il prezzo andò a scendere fino a stabilizzarsi definitivamente a 90 Euro l’anno. Fu proprio durante quell’anno, inoltre, che anche a causa del forte tasso di evasione, venne cambiato il classico pagamento tramite bollettino con un addebito diretto incorporato al costo della bolletta per la fornitura dell’energia elettrica, cosa che impedì al contribuente ogni forma di evasione.

Molti non sanno, però, che tra le ultime novità di queste settimane c’è proprio quella di un nuovo disegno di legge, in cui si sta discutendo riguardo una possibile abolizione definitiva di tale tassa. In questo ddl, però, non è menzionata una cancellazione immediata, ma una sorta di piano di ammortamento di una durata di 5 anni. Per ogni anno è prevista una riduzione del costo pari al 20%, fino ad arrivare ad una abolizione totale; se il ddl dovesse andare in porto, dunque, già dal 2024 il prezzo sarà abbassato da 90 a 72 Euro annui, nel 2025 scenderà a 57 e così via fino a zero. Non ci resta che sperare nell’approvazione di tale disegno di legge così da poter risparmiare il costo di questa tanto odiata tassa.

Luca Macaluso: